La mia chitarra già sa quello che penso prima che glielo
dica. Il legno del manico è ben più che un insieme di capotasti levigati. Nelle
sei corde risiede il senso di un respiro di chi si sente diverso dal contorno dei
salotti di costume. Felice, collego il cavo alla testata Marshall che non ho.
Inerte, mostro il dna alla polvere del palco. Piango disperato per amore
sconsiderato che non riesco a raccontare. La musica delle mie dita è nulla in
confronto a quella che vorrei. Eppure ne godo; sono soddisfatto ogni giorno. Lei
cammina con me, siede con me, sospira
con me e vive per me. Forse non ha nome e, forse, è numero per voi altri. Ma se
ciò fosse vero, per quale motivo sospiro? Perché cammino nel mio assolo? Perché
guardo il cielo mentre la vivo? Perché soffro come solo fa chi ama senza
speranza?
Ma avete ragione voi. In fondo… è solo una chitarra, un insieme di capotasti levigati.
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