sabato 28 settembre 2013

Quello che conta

Quello che conta nella musica è la condivisione, su questo non ho mai avuto dubbi. Si suona principalmente per convididere, com'è successo ieri sera al Passo Carrabile di Velletri. La mia Sim-one band con il nuovo assetto con charleston e tamburo, i Monodialogo e il loro cantautoriato provocatorio e il trio 404 Page Not Found con un sound unico tra new wave, psichedelia e noise-rock. Tre storie diverse ma con il filo conduttore del minimalismo musicale. Era proprio questo il tema della serata e la gente ha risposto nel migliore dei modi, infatti la sala era piena e il pubblico è rimasto ad ascoltare tutto il concerto. Non ci resta che ringraziare il Passo Carrabile che da sempre fa suonare e supporta la musica dal vivo. Il concerto è stato talmente bello che cercheremo di riproporlo in altri locali. Rimanete sintonizzati per aggiornamenti.

Unduetre, Festival del Minimalismo, parte seconda.

venerdì 27 settembre 2013

Seguitemi su ScambiAffari!

Carissimi lettori del SciarraBlog, oggi vorrei parlarvi della rubrica che curo sul mensile ScambiAffari. In realtà si tratta di una rivista di annunci economici, anche se negli ultimi mesi sta lasciando spazio a rubriche riguardanti altre tematiche, come la cucina (curata da Andrea Ramella) e la musica, con la rubrica "Intervistando". Il giornale, oltre che su carta, può essere seguito sul web grazie al sito www.scambiaffari.com curato da Tyler Durdenfcpm dell'associazione Mayhem. La rivista è gestita da Francesco De Angelis e Devis Pennesi. Si tratta di una bella realtà che sta andando forte non solo a Cisterna, ma anche nelle località limitrofe.

Per quanto riguarda la mia rubrica, sto cercando di intervistare soprattutto original band, quelle cioè che propongono brani inediti, e anche session man (o insegnanti di musica). Per tutte le band interessate ad essere intervistate, contattatemi alla seguente e-mail: simonesciarresi@libero.it

In alternativa, sono facilmente reperibile su facebook.
Questo progetto ha la volontà di sostenere la musica e i musicisti.
Non sono un critico musicale nè un giornalista di professione, ma un amico, un collega.

Di seguito, il link dell'articolo ai De Fraido, vincitori della seconda edizione del Rock Polis.
Il sapore del rock italiano

lunedì 2 settembre 2013

Chi dovrebbe suonare nei locali?

Fare inediti non è soltanto la naturale conseguenza di un percorso musicale, è sicuramente la scelta più conveniente per ogni musicista. Sono molti gli autori a lamentarsi perché proporre musica originale è più difficile che presentare un progetto di cover band, ma non ritengo più veritiera questa consapevolezza perché un gruppo che fa cover miste non porta più gente ai concerti di una normalissima band che suona musica originale. I locali questa cosa la stanno capendo e le cover band non suonano più così tanto in giro. Ci sono ancora molte tribute band (quelle di Vasco vanno ancora forte) ma anche questo è un fenomeno in decadenza.

Per capirci, fare cover miste può essere divertente, ma non porta a fare tante serate, non è quello che serve ai locali. Oggi, il miglior modo per suonare è fare band con pochi elementi, per questo vanno molto le situazioni in duo acustico. Non è importante che siano cover o pezzi originali, basta avere un cachet basso visto i tempi di crisi. Se poi le tue opere non sono tutelate dalla Siae ma da altre organizzazioni (come la Creative Commons), al locale che ti ospita costi davvero poco.

Ho sempre trovato stupida la rabbia che molti gruppi provano per le cover band, che io mi sono sempre guardato bene dal criticare, in primis perché ne ho fatte anch'io ed è stato un percorso che mi ha insegnato tanto, poi parliamo di progetti che non hanno nessuna possibilità di sfondare.

Gli autori possono sempre sperare nel successo (anche se in modo molto relativo), le cover band rimarranno sempre a cercare serate in giro per suonare divertendosi, e anche in questo non c'è niente di male. Anche perché suonare le canzoni degli altri è molto più difficile e c'è sempre il confronto con l'originale. Gli autori, almeno, possono comunicare uno stato d'animo, parlare di sè e della realtà che li circonda, vi pare poco? Magari puoi comunicare molto anche interpretando una canzone nel tuo stile, ma non avrà mai lo stesso impatto di una tua opera, bella o brutta che sia. Premettendo che il successo è quasi impossibile anche per chi propone propri brani, rimane almeno un barlume di speranza.

Fare inediti è, in conclusione, molto più bello e appaggante sotto ogni punto di vista (e anche più conveniente). Le cover band non rappresentano, però, una minaccia per la musica originale. Non mi preoccuperei tanto nemmeno delle tribute. Nessun musicista sarà mai la causa dei problemi di un altro musicista. Nei prossimi mesi sapremo poi se passerà quell'emendamento sulla musica dal vivo che rappresenterebbe una vera e propria svolta.

Rimaniamo sintonizzati e speriamo nel miracolo!

domenica 1 settembre 2013

Vediamo se così è più facile da capire

Per quel che riguarda il precedente post, vorrei spiegare nuovamente il mio punto di vista sullo studio in musica, visto che in pochi riescono a capirlo. Facciamo un esempio molto pratico che tutti possono comprendere: Massimo Varini è un famoso chitarrista, session man e insegnante. Scrive anche sue canzoni, ma è principalmente un professionista della musica. Lui è uno che ha studiato tanto e ha fatto bene a farlo, era la sua necessità. Nel professionismo lo studio è fondamentale.

Il punto del precedente articolo è: non vale la stessa cosa per gli autori.

Francesco Guccini, per esempio, non suona la chitarra come Varini, e sicuramente non ha studiato come lui la musica in tutti i suoi aspetti tecnici, dall'armonia al resto. Però ha scritto pezzi di storia della musica italiana e nessuno di noi può negarlo.

Poi è chiaro che lo studio non esclude l'arte, ma nessuno di noi ha mai detto questo. Penso semplicemente che non basta studiare per creare "arte". Sono contrario al fossilizzarsi troppo sui libri perché poi si perde quello che è il senso vero della musica (e da questo concetto ESULO totalmente i professionisti che ne vivono, come Varini). Questo è un discorso che riguarda gli autori.

Poi è chiaro che sapere tante cose non è un male, ma un'arma in più. Ma ci sono diversi metodi per imparare... magari facendo una ricerca sui suoni alternativa, scoprendo se stessi più che lo strumento che si ha per le mani. In ogni caso, come ho scritto nel precedente post, una minima base dalla quale partire è necessaria per tutt.