Mischiare
la musica con la vita; sentire le note come parte integrante del proprio
organismo; rimaner legato alle “vele” del rock per più di 20 anni e non aver
ancora intenzione di fermarsi: tutto questo e altro ancora è Marco Biniero.
Insegnante
di chitarra in alcune delle più importanti scuole di musica italiane: Saint
Louis (Roma), Musicalmente (Latina) e Circeo Music School (San Felice Circeo).
Ha avuto la possibilità di lavorare in studio con diversi produttori Italiani:
Mauro Paoluzzi, i fratelli Capuano, Euro Ferrari, Angelo Carrara, Fernando Fera
e Stefano Magnianenzi per varie musiche destinate a trasmissioni televisive.
Nel 2005 partecipa alle registrazioni del musical “The Profundis Rock” e “La
mano”, che ha riscosso ottimi crediti in tutta Europa e che è stato prodotto da
Luigi Ceccarelli. Collabora e registra come session man per vari personaggi
dello spettacolo, tra i quali Scialpi, Gnometto band, Baccini, Toto Cotugno,
Tullio de Piscopo e moltissime produzioni legate al Festival di SanRemo e
Arezzo Wave. Ha partecipato a trasmissioni televisive come: Comic Show, Seven
Show, Sarabanda. Con i Godiva ha inciso 2 album: “Carne e Polvere” e
“Torneranno gli Angeli”. Sempre con i Godiva ha aperto il tour nel 2004 di Vasco
rossi e vinto Sanremo ROCK . Ha deciso di raccontarsi ai microfoni di Eupolis
con umiltà e sincerità, forte del rapporto che lo lega col sottoscritto. Eh si
, perché Marco Biniero è stato il mio insegnante di chitarra per 6 lunghi anni,
intrapiantando nel mio cuore l’amore sconfinato per la musica e per la chitarra
in genere.
Cos’è per te la musica?
Bella domanda per iniziare un’intervista! La musica è
la mia vita. Tutto gira attorno ad essa. Hobby? Direi di no. Solo musica.
Quando hai capito che fare musica sarebbe diventato il
tuo mestiere?
Non c’è stato un momento ben preciso. Dipende tutto
dalle opportunità che ti si presentano e che trasformano il sogno in un lavoro.
Diciamo però che ci sono stati 2 momenti chiave in cui ho capito che fare musica
poteva diventare un mestiere. Il primo risale al giorno in cui, durante un
furto notturno, mi sono state sottratte tutte le chitarre. Un evento drammatico
che ricordo ancora con tristezza ma che mi ha dato l’oppurtunità di fermarmi,
di riflettere, di fare il punto della situazione sulla mia vita. Grazie
all’aiuto degli amici decisi di riniziare a suonare, ma con uno slancio in più.
Dovevo e volevo suonare bene, benissimo, meglio degli altri. Ma in tutto questo
non c’era alcuna presunzione da parte mia, ne senso di sfida. Avevo soltanto
capito che se volevo riniziare dovevo farlo con un’impronta diversa; con la
volontà di dare il massimo percorrendo la mia strada con grande tenacia, ma
sempre nel rispetto del prossimo. Il secondo momento determinante è stato
l’entrata all’accademia Saint Louis.
Cosa ne pensi della realtà musicale odierna?
C’è sempre qualcosa di nuovo da ascoltare ma mai nulla
di effettivamente diverso da cose già sentite. Non si fa altro che prendere
vecchie formule musicali e riarrangiarle. La causa di tutto ciò è che è stato
detto tutto armonicamente , quindi è molto difficile fare cose originali. Mi
sorprende, però, il cambiamento delle sonorità presente in ogni genere.
Credi sia giusto che le case discografiche premino
sempre lo stesso prototipo di band o di cantante?
Vedi Simone, ti basti pensare che le case
discografiche si stanno comprando, già da molto tempo, i premi musicali, al
fine di dare visibilità ai propri artisti. Tecnica perseguita molto da Maria de
Filippi. Il vero problema è che il mercato dei dischi è totalmente fallito. Le
case discografiche allora producono soltanto prodotti musicali fac-simile e di
sicuro successo per guadagnare quanto più possibile. Quanta differenza c’è fra
Lady Gaga e Madonna? Fra Britney Spears e Cristina Aguilera?
La vera musica è quella che le case discografiche
snobbano.
Con quale genere musicale preferisci esprimerti?
Il rock . Però ascolto un po’ di tutto e mi adatto a
suonare ogni cosa.
Mi puoi descrivere in 3 aggettivi il tuo rapporto con
la chitarra?
Espressivo, Combattuto e Sensuale. Espressivo perché
la musica è come un’altra lingua che ti da l’opportunità di esprimere opinioni,
sensazioni, sentimenti e stati d’animo. Combattuto perché sono sempre alla
ricerca della “nota perduta”. E sensuale perché sono stato ispirato dai vecchi
Dvd di Jimi Hendrix, nei quali c’era un vero e proprio amplesso tra il chitarrista
e la propria chitarra.
Quanto è importante , per un giovane musicista , la
preparazione tecnica dello strumento che suona?
Importante tanto quanto la sua ispirazione di essere
musicista. Puoi fare comunque il musicista, senza studiare molto. La dimostrazione
di ciò sono artisti come Ligabue. Quest’ultimo scrive belle canzoni e riesce a
comunicare emozioni anche se non è un grande chitarrista. Lui riesce ad
arrivare con le parole. Ma se vuoi essere un turnista o un buon insegnante di
chitarra, allora si che la tecnica è fondamentale.
Progetti in cantiere?
Stò per registrare il mio primo album solista,
caratterizzato da canzoni inedite strumentali e cantate. Inoltre, stò
collaborando alla registrazione di alcuni pezzi in stile pop-rock italiano, con
importanti musicisti della zona. Per concludere, voglio soltanto continuare a
suonare. Non sò fare altro…