venerdì 2 dicembre 2011

Marco Biniero: musica è vita.


Mischiare la musica con la vita; sentire le note come parte integrante del proprio organismo; rimaner legato alle “vele” del rock per più di 20 anni e non aver ancora intenzione di fermarsi: tutto questo e altro ancora è Marco Biniero.


Insegnante di chitarra in alcune delle più importanti scuole di musica italiane: Saint Louis (Roma), Musicalmente (Latina) e Circeo Music School (San Felice Circeo). Ha avuto la possibilità di lavorare in studio con diversi produttori Italiani: Mauro Paoluzzi, i fratelli Capuano, Euro Ferrari, Angelo Carrara, Fernando Fera e Stefano Magnianenzi per varie musiche destinate a trasmissioni televisive. Nel 2005 partecipa alle registrazioni del musical “The Profundis Rock” e “La mano”, che ha riscosso ottimi crediti in tutta Europa e che è stato prodotto da Luigi Ceccarelli. Collabora e registra come session man per vari personaggi dello spettacolo, tra i quali Scialpi, Gnometto band, Baccini, Toto Cotugno, Tullio de Piscopo e moltissime produzioni legate al Festival di SanRemo e Arezzo Wave. Ha partecipato a trasmissioni televisive come: Comic Show, Seven Show, Sarabanda. Con i Godiva ha inciso 2 album: “Carne e Polvere” e “Torneranno gli Angeli”. Sempre con i Godiva ha aperto il tour nel 2004 di Vasco rossi e vinto Sanremo ROCK . Ha deciso di raccontarsi ai microfoni di Eupolis con umiltà e sincerità, forte del rapporto che lo lega col sottoscritto. Eh si , perché Marco Biniero è stato il mio insegnante di chitarra per 6 lunghi anni, intrapiantando nel mio cuore l’amore sconfinato per la musica e per la chitarra in genere.

Cos’è per te la musica?
Bella domanda per iniziare un’intervista! La musica è la mia vita. Tutto gira attorno ad essa. Hobby? Direi di no. Solo musica.

Quando hai capito che fare musica sarebbe diventato il tuo mestiere?
Non c’è stato un momento ben preciso. Dipende tutto dalle opportunità che ti si presentano e che trasformano il sogno in un lavoro. Diciamo però che ci sono stati 2 momenti chiave in cui ho capito che fare musica poteva diventare un mestiere. Il primo risale al giorno in cui, durante un furto notturno, mi sono state sottratte tutte le chitarre. Un evento drammatico che ricordo ancora con tristezza ma che mi ha dato l’oppurtunità di fermarmi, di riflettere, di fare il punto della situazione sulla mia vita. Grazie all’aiuto degli amici decisi di riniziare a suonare, ma con uno slancio in più. Dovevo e volevo suonare bene, benissimo, meglio degli altri. Ma in tutto questo non c’era alcuna presunzione da parte mia, ne senso di sfida. Avevo soltanto capito che se volevo riniziare dovevo farlo con un’impronta diversa; con la volontà di dare il massimo percorrendo la mia strada con grande tenacia, ma sempre nel rispetto del prossimo. Il secondo momento determinante è stato l’entrata all’accademia Saint Louis.

Cosa ne pensi della realtà musicale odierna?
C’è sempre qualcosa di nuovo da ascoltare ma mai nulla di effettivamente diverso da cose già sentite. Non si fa altro che prendere vecchie formule musicali e riarrangiarle. La causa di tutto ciò è che è stato detto tutto armonicamente , quindi è molto difficile fare cose originali. Mi sorprende, però, il cambiamento delle sonorità presente in ogni genere.

Credi sia giusto che le case discografiche premino sempre lo stesso prototipo di band o di cantante?
Vedi Simone, ti basti pensare che le case discografiche si stanno comprando, già da molto tempo, i premi musicali, al fine di dare visibilità ai propri artisti. Tecnica perseguita molto da Maria de Filippi. Il vero problema è che il mercato dei dischi è totalmente fallito. Le case discografiche allora producono soltanto prodotti musicali fac-simile e di sicuro successo per guadagnare quanto più possibile. Quanta differenza c’è fra Lady Gaga e Madonna? Fra Britney Spears e Cristina Aguilera?
La vera musica è quella che le case discografiche snobbano.

Con quale genere musicale preferisci esprimerti?
Il rock . Però ascolto un po’ di tutto e mi adatto a suonare ogni cosa. 


Mi puoi descrivere in 3 aggettivi il tuo rapporto con la chitarra?
Espressivo, Combattuto e Sensuale. Espressivo perché la musica è come un’altra lingua che ti da l’opportunità di esprimere opinioni, sensazioni, sentimenti e stati d’animo. Combattuto perché sono sempre alla ricerca della “nota perduta”. E sensuale perché sono stato ispirato dai vecchi Dvd di Jimi Hendrix, nei quali c’era un vero e proprio amplesso tra il chitarrista e la propria chitarra.

Quanto è importante , per un giovane musicista , la preparazione tecnica dello strumento che suona?
Importante tanto quanto la sua ispirazione di essere musicista. Puoi fare comunque il musicista, senza studiare molto. La dimostrazione di ciò sono artisti come Ligabue. Quest’ultimo scrive belle canzoni e riesce a comunicare emozioni anche se non è un grande chitarrista. Lui riesce ad arrivare con le parole. Ma se vuoi essere un turnista o un buon insegnante di chitarra, allora si che la tecnica è fondamentale.

Progetti in cantiere?
Stò per registrare il mio primo album solista, caratterizzato da canzoni inedite strumentali e cantate. Inoltre, stò collaborando alla registrazione di alcuni pezzi in stile pop-rock italiano, con importanti musicisti della zona. Per concludere, voglio soltanto continuare a suonare. Non sò fare altro…